Settimane ricche di novità provenienti dal mondo Google.
Un primo premio importante.
È di qualche giorno fa infatti la notizia che vede Big G incoronato miglior luogo di lavoro del 2014 secondo la classifica Employees Choice Award stilata ogni anno da Glassdoor, sito web americano all’interno del quale i lavoratori di qualsiasi azienda possono esprimere in modo del tutto anonimo giudizi e commenti sulla società per cui lavorano.
Una bella soddisfazione per Google in quanto si tratta della prima volta che si aggiudica la medaglia d’oro, staccando (e di molto anche) i principali competitors oltre che i colossi social come Facebook (solo tredicesimo) e Twitter (fuori dalla top 50).
Il tira e molla con la Spagna.
Altra tipologia di notizie giungono invece dalla Spagna. Proprio oggi 16 dicembre Google chiuderà del tutto il servizio Google News Spagna. Il motivo della dipartita è da rintracciare nell’entrata in vigore, il prossimo gennaio, di una legge spagnola sul copyright editoriale. Secondo le nuove disposizioni del governo di Madrid, Google sarà costretto a pagare le aziende editoriali per i contenuti da loro prodotti e diffusi in seguito parzialmente da Google News.
Ma facciamo un passo indietro. Cos’è Google News? Il servizio editoriale dell’azienda di Mountain View si comporta come una sorta di rassegna stampa, andando a riproporre brevi stralci degli articoli pubblicati da testate giornalistiche ufficiali come anche da blog personali, senza che venga richiesto alcun tipo di compenso. Una specie di accordo “do ut des” che finora ha funzionato in tutto il mondo ma che, con l’avvento della “Google Tax” o “Link Tax”, così com’è stata ribattezzata dalla Aede, l’associazione degli editori spagnoli, non è più sostenibile da parte del colosso americano in quanto Google News è un servizio che non genera ricavi, non apponendo sul sito alcun tipo di pubblicità.
Una decisione senza precedenti e che riapre, per l’ennesima volta, l’ampio e acceso dibattito sul copyright in rete, sulla protezione della proprietà intellettuale e sull’autenticità ed originalità dei contenuti immessi nel web.
Ma, come in tutti i “tira e molla” che si rispetti, è di ieri il colpo di scena che vede la stessa Aede, ovvero l’ente a favore del quale il governo Rajoy avrebbe predisposto la tassa, a chiedere al premier spagnolo di rivedere la normativa ed aprire una trattativa con Google, così come accadde già in Germania. Il paese tedesco infatti fu protagonista di un clamoroso dietrofront su una tassa omonima in quanto i siti delle testate giornalistiche di casa avevano perso gran parte del loro traffico online a causa di una simil “Google Tax”. Come andrà a finire la diatriba?
17 consigli per conoscere Google.
E sempre parlando di Google, ma in maniera del tutto più frivola, siete proprio sicuri di utilizzare il famoso motore di ricerca al meglio delle sue potenzialità? Vi riproponiamo un’interessante slideshow del Corriere della Sera riportante 17 trucchi da sfruttare nelle vostre ricerche. Per esempio, lo sapevate che per ricercare una frase esatta dovete scriverla tra le virgolette? E a cosa servirà inserire l’asterisco?
Il team ITS