Immaginiamo una rete infinita di dati e milioni di persone che ogni giorno si connettono ad una rete per scambiarseli e diffonderli. Anche per questo, criptare le connessioni per renderle sicure è un meccanismo presente alla base di ogni sessione wireless con access point e ciò viene reso possibile da alcuni sistemi chiave.
Gli standard attualmente esistenti si suddividono in WEP, WPA e WPA2. Concentrandoci su quest’ultima, la crittografia WPA2 (Wi-fi protected Access 2), possiamo dire che è il sistema corrente e che permette di proteggere i nuovi hardware con una crittografia avanzata. Può essere attivato in modalità personale ed aziendale e garantisce sempre performance molto elevate a ciascun utente.
Crittografia WPA2: limiti e prospettive future
La crittografia WPA2 è la più diffusa e utilizza principalmente algoritmi chiamati CCMP e AES. I primi, le cui iniziali stanno per Counter Mode with Cipher Block Chaining Message Authentication Code Protocol, si riferiscono ad un protocollo di crittografia progettato per le Lan Wireless, ad incapsulamento potenziato. I secondi, Advanced Encryption Standard, sono algoritmi di cifratura a blocchi utilizzati come standard dal governo USA.
Ad oggi la sicurezza delle connessioni è piuttosto elevata, anche se non mancano frequenti trasgressioni e furti di dati: navigando in reti internet si può correre anche questo rischio.
Anche la crittografia WPA2 è infatti vulnerabile, in particolare quando l’hacker ha accesso a una rete WiFi che comunque è protetta, dalla quale può sferrare un attacco ad altri dispositivi connessi a quella rete. Ciò significa che il punto debole di questa crittografia non riguarda tanto le reti domestiche, quanto quelle aziendali, dove più dispositivi afferiscono a un’unica rete. Inoltre, nonostante introdursi all’interno di una rete protetta con la crittografia WPA2, la falla sulla sicurezza permane e tecnici e informatici stanno lavorando a pieno ritmo per aumentare ulteriormente la robustezza e l’impenetrabilità di questo sistema crittografico.